Dla da Tàne, passà ‘l ròche

La redazione

Di là dal Tanaro ed oltre le Rocche c’è ancora il mondo, un po’ altro ed un po’ no. Esso è formato da quel che resta del Piemonte, poi dalla nostra Italia, poi dall’Europa ed infine dagli altri continenti. Sempre esso ci sembra grande, lontano e affatto interessato alle vicende del nostro amato Roero. Noi, invece, siamo condannati ad interessarci alla di Lui storia. Tutto quello che succede oltre i nostri confini naturali prima o poi, poco o tanto,  volenti o nolenti verrà ad influenzarci. Questa considerazione ci spinge qualche volta a curiosare di là dal fiume e oltre le rocche e subito sopraggiunge la voglia di formulare analisi ed osservazioni.

Cari lettori non stupitevi perciò se di tanto in tanto leggerete i commenti di avvenimenti esterni sui quali, magari, sarete meglio informati voi di noi. Perdonateci, se non abbiamo resistito alla voglia di farvi conoscere la nostra opinione: lo spirito è forte, ma la carne è debole.

Gli ultimi giorni… del Febbraio 2013

di Giovanotto Antico

Nell’ultima parte del febbraio 2013 sono avvenuti almeno due fatti destinati alla storia. Il Papa Benedetto XVI ha lasciato il soglio di Pietro per celarsi al mondo. La rinuncia del Pontefice ci ha colto di sorpresa, non tanto perché quasi unica nella storia della chiesa, ma perché eravamo convinti che le capacità intellettive potessero livellare le deficienze fisiche dovute alla veneranda età. 

Dopo l’addio Unesco

di Marco Monchiero

Quello che in pochi temevano ed in tanti speravano è avvenuto. Il Roero stante le notizie diffuse qualche settimana fa è stato definitivamente depennato dal dossier Unesco col quale si chiederà l’iscrizione di alcune zone viticole di Langa e Monferrato ai siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità. La decisione non mi sorprende, la candidatura del Roero è apparsa sin dall’inizio troppo debole, per situazioni oggettive e per indifferenza diffusa. Né mi addolora, avendo sempre pensato che la proposta albese fosse un’operazione essenzialmente di facciata, inutile, forviante, pretenziosa e, per certi versi, dannosa. 

Sgradito dono

di Marco Monchiero

Se guardiamo all’anno passato definirlo difficile è manifestazione di grande ottimismo. Eppure anche l’annus horribilis qualcosa di buono l’ha portato. Per il Roero le cose buone possono essere simboleggiate dalla Carta di Vezza che enuncia le azioni che le Amministrazioni pubbliche dovranno attuare per far progredire la zona. Le nostre genti sono conosciute per la loro operatività, concretezza e serietà. Le Amministrazioni che le rappresentano non vogliono essere da meno. Il comune di Vezza, in ossequio al fatto che la Carta fu licenziata dalla prima assemblea degli Stati Generali del Roero che là si tenne la 14 aprile, ha voluto dare il buon esempio affrontando per primo le volontà espresse nel settimo punto del decalogo: “agire concordemente per un significativo miglioramento della viabilità dell’ex statale 29”. 

Canale, piccolo grande paese

di Gino Scarsi

Non vorrei passare per il solito bastian contrario, ma la scelta di richiedere e di ottenere per Canale l’appellativo di città mi ha lasciato interdetto e non sono riuscito ad introiettare per niente la rinominazione del luogo in cui sono nato. Non riesco a sentire Canale come una città. Ho evitato di polemizzare a suo tempo con questa scelta dell’Amministrazione perché erano evidenti le buone intenzioni che accompagnavano la richiesta, si è pensato forse di fare il massimo bene della nostra comunità potendosi fregiare dell’appellativo importante di “Città di Canale”. 

Paese, Città, Condominio

di Marco Monchiero

Almeno tre delibere discusse nell’ultima seduta del Consiglio Comunale della nostra Città, sono degne di essere portate all’attenzione dei nostri lettori poiché riguardano argomenti già affrontati su queste pagine virtuali. Desideriamo commentare per prima quella che riguarda un membro della nostra amministrazione impegnato per anni nella gestione del nostro comune, che come persona merita il nostro rispetto anche  se militante nel campo avverso.

Finalmente il nostro sindaco si è deciso a comunicare le dimissioni dell’assessore Costa interrompendo un silenzio, lungo quanto una quarantena, che è servito solo ad alimentare le illazioni popolane.

Quando le Pro Loco diventano editori

di Gianni Morello

Così s’ intitolava l’ articolo pubblicato su Paese Mio (l’ organo ufficiale del Comitato Regionale Pro Loco del Piemonte) parlando del libro “Vita religiosa a Canale – Documenti e testimonianze – edito dalla Pro Loco e pubblicato nel 2010.

Oltre ai lusinghieri apprezzamenti, l’ articolo metteva in evidenza l’ importanza delle Pro Loco nel tutelare e tramandare la storia e le tradizioni dei nostri paesi anche sviluppando la sua attività attraverso molteplici iniziative come ad esempio l’edizione e la pubblicazione di varia natura. Ed è per questo che quando l’amico Giulio ci ha proposto, la pubblicazione dell’opera di suo padre, l’idea ci ha subito entusiasmato sia perché il professor Cauda è stato un nostro autorevole concittadino, ma soprattutto perché questo libro non è un semplice romanzo, ma è un frammento della nostra storia; non la storia fatta dagli statisti e dai grandi eventi, ma la storia della gente comune, simile a tante altre. Un’autobiografia collettiva a futura memoria.

L’Assessore disperso

di Marco Monchiero

Nelle democrazie social-proletarie dell’est Europeo c’era una consuetudine che riguardava i grandi gerarchi, incomprensibile a noi cittadini delle democrazie capitaliste. Quando lasciavano l’alto incarico ricoperto, qualunque ne fosse il motivo, disgrazia politica, deportazione, eliminazione o più raramente morte naturale, l’avvenimento veniva celato al popolo. La decisione non era dettata dal rispetto per la persona o per la memoria del fuoriuscito, ma era imposta dalla ferrea volontà di non arrecare ai compagni cittadini alcuna ansia, preoccupazione o curiosità poiché non si voleva distoglierli dall’unico scopo della loro esistenza: lavorare alla costruzione del benessere nazionale.La segretazione della notizia veniva però tradita dall’inevitabile sostituzione, nei pubblici uffici, del ritratto dell’impecorito gerarca andato con quello del nuovo arrivato: mutamento che certamente alimentava la curiosità e le fantasie popolane. 

PalaGiovani. Pala che?

di Marco Monchiero

Se a qualcuno fosse sfuggito, ricordiamo che la nostra Amministrazione ha deciso di costruire una struttura polifunzionale destinata ai momenti aggregativi della cittadinanza Canalese in quel di … Valpone. L’opera, ribattezzata Pala Giovani, in ossequio a una promessa elettorale, è stata da me additata come esempio di cattivo utilizzo del denaro pubblico perché sbagliata e di dubbia utilità. Per evitare di essere tacciato di partigianeria o d’immotivata ostilità all’iniziativa comunale è bene che io motivi la mia posizione. 

Un Roero consapevole: la sentenza Vigolungo

Pubblichiamo a questo link la sentenza del Tribunale di Alba che ha respinto la querela e la relativa richiesta di danni inoltrata dalla Vigolungo nei confronti di Gino Scarsi. La Vigolungo si era ritenuta offesa da alcune sue espressioni utilizzate in assemblee pubbliche chiedendogli un risarcimento di 50.000 euro per il presunto danno all’immagine dell’azienda.

L’opposizione alla centrale era stata sostenuta dalle firme di 5.000 cittadini di Canale e Roero, da diversi movimenti ambientalisti e dalla minoranza consigliare, preoccupati dalla dimensione della centrale e dal suo impatto sul territorio. Nel 2011 la Conferenza dei Servizi della Provincia di Cuneo bocciò definitivamente il progetto della centrale a biomasse, negandone la costruzione.